Ri-flessione in campagna elettorale
Questi ultimi giorni mi sono isolato dall’informazione, ho raggiunto il limite di saturazione e non sopporto più nessun politico che mi parla da qualsivoglia telegiornale o programma politico.
Mai come in questa campagna elettorale mi sono sentito trattare così da “deficiente”. Non che non sia mai successo nelle tornate precedenti, ma questa volta la situazione mi sembra molto generalizzata.
Sempre più la campagna elettorale, invece di parlare alla testa della gente, si è indirizzata per un presunto tornaconto elettorale, a parlare alla pancia. Dico presunto poiché è evidente che se porti la gente a credere alle mille promesse e poi non le realizzi come le hai raccontate, non fai altro che creare disaffezione verso la politica. Questo è quello che è successo negli ultimi decenni e la situazione è in continuo peggioramento.
Io vorrei una classe politica che parla alla mia testa, che mi spinge ad approfondire, che insinua dei dubbi alle mie certezze, che mi fa crescere, cosicchè possa essere anche migliore il contributo che io posso dare alla collettività.
Questo era lo spirito che vedevo da ragazzino e che mi ha invogliato ad interessarmi alla politica. Certo, erano altri tempi e molto diverso era lo spessore dei personaggi in campo. C’erano ancora gli ideali, c’erano visioni differenti sulla costruzione della società futura, c’era la speranza di un mondo migliore.
Forse è proprio questo che ci viene via via a mancare, la speranza, o forse sono solo io che sono invecchiato.
Eppure non riesco a rassegnarmi.
Andiamo comunque a votare e diamo il nostro contributo perché la politica possa tornare ad un livello superiore. Partiamo dai nostri territori e spingiamo la classe politica a confrontarsi con teste pensanti che, oltre alla pancia, hanno anche un cervello.
Questo è quello che ho fatto io nel nostro comune: dopo anni di pausa dalla politica attiva, ho trovato un gruppo di persone che già avevano dato prova di buona amministrazione e che mi hanno accolto con grande rispetto, anche quando le nostre posizioni non sono proprio coincidenti.
Ho trovato un modo di lavorare dove il confronto è alla base e le logiche di partito non hanno posto. Certo, il lavoro così può essere più impegnativo. Non devi delegare a nessun capo sopra di te. Ti devi assumere la responsabilità delle decisioni. Ma proprio questo è il senso del fare politica.
Buon voto a tutti
Redazione di continuiamoinsieme.it